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22 apr 2015

La pianta che dolcifica ma non ingrassa

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Esiste un modo per dolcificare che non ingrassa e non ha controindicazioni. Sì, avete letto bene. La pianta si chiama “Stevia rebaudiana Bertoni” e da essa si ottiene un dolcificante ipocalorico di origine naturale.

Pensate che una bustina di stevia apporta solo 3,8 kcal rispetto alle 24 di una bustina di zucchero da sei grammi.

In Italia il gruppo di ricerca del Laboratorio Utagri-Inn del Centro di Ricerche Enea della Casaccia, in collaborazione con il Dipartimento di Scienze agrarie, alimentari e agro-ambientali dell’Università di Pisa, è tra i primi a studiare la messa a punto di un metodo di estrazione, purificazione e formulazione di estratti di questa straordinaria pianta selvatica originaria del Sud America, le cui foglie essiccate venivano utilizzate, fin dall’antichità, dalle popolazioni indigene per le sue naturali proprietà dolcificanti.

Intervista all’Ing. Gian Paolo Leone, ricercatore dell’Unità Tecnica Sviluppo Sostenibile ed Innovazione del Sistema Agro-Industriale (UTAGRI) del Centro di Ricerche ENEA Casaccia (Roma), che da diversi anni si occupa, con il Dott. Claudio Russo, di attività relative allo studio e allo sviluppo di un processo per il recupero, frazionamento e purificazione delle componenti dolci dellastevia rebaudiana.

ASCOLTA L’INTERVISTA

24 mar 2015

Tra la vita e la morte

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L’eutanasia continua a dividere. Intervista del Foglietto al professor Mark Tano Palermo, del Medical College of Wisconsin

https://ilfoglietto.it/eventi/televisione/3839-leutanasia-continua-a-dividere-intervista-del-foglietto-al-professor-mark-tano-palermo-docente-presso-il-medical-college-of-wisconsin.html

20 mar 2015

Fecondazione artificiale

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Fecondazione artificiale ed etica. Intervista del Foglietto al professor Francisco Martínez

La fecondazione artificiale è stata oggetto negli anni di un articolato dibattito, in particolare relativo all’uso di alcune tecniche, come la fecondazione eterologa.

Quali sono le questioni etiche? Ne parliamo con il Professor Francisco Martínez, direttore del Centro Rincon per la riproduzione umana a Malaga, in Spagna.

03 mar 2015

L’occidente non è più capace di vivere e di comprendere le passioni

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Sul fenomeno dell’Isis e la lettura che ne diamo in occidente abbiamo intervistato la prof.ssa Ida Magli, la prima studiosa che ha applicato il metodo antropologico per analizzare la storia della società occidentale ed il particolare il rapporto tra sacro e potere. Magli, tra l’altro, ci ha detto «L’espressione di Voltaire “Non condivido la tua idea, ma darei la vita perché tu la possa esprimere”, oggi non è più attuale».

Il nostro mondo, secondo la sua analisi, non riesce a capire perché è intollerante. La causa di questa incapacità risiede nel fatto che in occidente, specie fra gli uomini, vi è sempre meno passionalità ed empatia se non per fenomeni marginali come, ad esempio, il calcio. Insomma, per la studiosa, non siamo più in grado di valutare l’entità delle passioni e ciò ci porta ad analizzare le altre culture solo dal nostro punto di vista.

A giudizio di Magli, per affrontare il fenomeno dell’Isis in nessun caso si dovrà intervenire con le armi, perché ciò potrebbe innescare reazioni imprevedibili e incontrollabili considerato che i mussulmani sono ovunque nel mondo.

Rispetto alla Jihad dobbiamo quindi essere razionali. Tutti, a partire dai servizi di intelligence, dobbiamo imparare a capire il fenomeno studiando a fondo la religione mussulmana. Questo non significa tollerare ma spiegare agli estremisti mussulmani che sbagliano perché le loro pratiche, tipiche di una società tribale, nel mondo contemporaneo sono inaccettabili e antistoriche.

ASCOLTA

27 feb 2015

ISIS e il contesto storico-geopolitico

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Incontri settimanali sull’ISIS, a partire dall’interpretazione dei testi sacri.
Secondo psychiatyonline.it, il fenomeno dei giovani occidentali affascinati dall’estremismo islamico sta mettendo in allarme le strutture di intelligence statunitensi ed europee che si interrogano sul fatto se tale contesto possa essere o meno un fenomeno passeggero o se invece si possa trattare di una situazione in evoluzione.
Attualmente la percentuale dei soggetti occidentali che hanno ceduto al fascino dell’islam radicale sembra essere ancora esigua, ma i fenomeni sociali e psicosociali possono trovare inneschi e moltiplicazioni imprevedibili e devastanti.
Cominciano a circolare report e studi prevalentemente di origine statunitense e britannica e la sensazione iniziale è che il fascino della fede jihadista trovi terreno fertile soprattutto in giovani maschi occidentali in piena crisi di valori e di ideali, probabilmente con un quadro personologico specifico, ma ancora da definire attraverso criteri scientifici.
Il giornalista scientifico Elio Cadelo intervista il criminologo Michele Di Nunzio. ASCOLTA