Sociale
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Il community organizing
(Lavoro, Sociale)
Il community organizing di Il Foglietto il 01/03/2016 10:48:29Cerchi un lavoro equo solidale? Il community organizing fa per te.
E’ un metodo delle organizzazioni delle comunità per il bene comune e la giustizia sociale, che ha l'obiettivo di dare potere ai cittadini attraverso il rafforzamento delle relazioni tra le persone, l'azione su interessi comuni [...]Cerchi un lavoro equo solidale? Il community organizing fa per te.
E’ un metodo delle organizzazioni delle comunità per il bene comune e la giustizia sociale, che ha l'obiettivo di dare potere ai cittadini attraverso il rafforzamento delle relazioni tra le persone, l'azione su interessi comuni di settori diversi della società, e la formazione dei leader civici all'azione pubblica.
Questo metodo di intervento è stato sviluppato e testato dall'Industrial Areas Foundation (IAF) nel corso di oltre 75 anni di attività, in più di 60 città degli Stati Uniti, e 5 diversi paesi del mondo.
Le organizzazioni IAF sono associazioni di organizzazioni, non di individui. Chiese, moschee, sindacati, associazioni di immigrati, comitati di quartiere, associazioni di disabili, scuole in grado di fornire costantemente centinaia di persone per iniziative prolungate nel tempo su singole questioni. “Abbracciare la pluralità coltivare deliberatamente una mescolanza di credi, etnie e classi porta forza pubblica a un collettivo come nient’altro riesce a fare. Le organizzazioni a base allargata forti si muovono sempre verso l’inclusione. Quando riescono, privano i politici della strategia del divide et impera”.
Diego Galli è un italiano che ha lavorato come community organizer per Common Ground, l'affiliata MetroIAF di Milwaukee. Il suo obiettivo è ora quello di portare con l'aiuto della IAF questa esperienza in Italia. Per farlo sta cercando di visitare alcuni territori colpiti da problematiche e tensioni sociali. E di capire quali possono essere i soggetti da coinvolgere. -
La guerra è iniziata
(Sociale, Società)
La guerra è iniziata di Il Foglietto il 14/02/2016 21:32:24Audio a cura del giornalista Elio Cadelo, lo psichiatra Michele Di Nunzio e il sociologo Giorgio Pacifici.
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Longevità
(Uomini, Sociale)
Longevità di Il Foglietto il 08/02/2016 09:58:31Vogliamo vivere sempre più a lungo. La longevità è un concetto abbastanza nuovo. Viviamo in una società che essendo appagata dalle conquiste economiche, sociali, materiali, crede che l'allungamento della vita sia da catalogare in queste conquiste. Stare bene con sé stessi ed essere felici, [...]
Vogliamo vivere sempre più a lungo. La longevità è un concetto abbastanza nuovo. Viviamo in una società che essendo appagata dalle conquiste economiche, sociali, materiali, crede che l'allungamento della vita sia da catalogare in queste conquiste. Stare bene con sé stessi ed essere felici, anche con qualche vizio, sembra essere il segreto per vivere più di cent’anni. Socialmente la longevità è sentita come un valore? E' vero che si invecchia come si è vissuti? Ma quali sono i pro e i contro di superare i 90 anni?
A colloquio con il giornalista scientifico Elio Cadelo, lo psichiatra Michele Di Nunzio e il sociologo Giorgio Pacifici -
L'Islam e le donne
(Sociale, Psicologia)
L'Islam e le donne di Il Foglietto il 26/01/2016 14:24:18A cura del giornalista Elio Cadelo e dello psichiatra Michele Di Nunzio. Con l'intervento del sociologo Giorgio Pacifici.
NB: Nell'audio Cadelo, distrattamente, dice che i gatti non sono amati dai mussulmani, invece gli arabi amano molto i gatti e difatti sono gli unici animali liberi di stare [...]A cura del giornalista Elio Cadelo e dello psichiatra Michele Di Nunzio. Con l'intervento del sociologo Giorgio Pacifici.
NB: Nell'audio Cadelo, distrattamente, dice che i gatti non sono amati dai mussulmani, invece gli arabi amano molto i gatti e difatti sono gli unici animali liberi di stare nelle moschee e anche loro come gli antichi egizi, non possono colpire malamente i gatti perché la legge islamica, punisce chi commette violenza sui gatti. Mentre il sociologo Pacifici, per distrazione, ha invertito i termini "hanafita e hanbalita".
Noi siamo coloro che credono che le donne abbiano il diritto e il dovere di contribuire con la loro intelligenza e i loro sentimenti alla politica di ogni paese. Noi siamo tanti, siamo già la maggioranza e vogliamo diventare ancora di più. “Loro” sono gli “altri” , quelli che -indipendentemente dal colore della pelle e dal credo religioso- vogliono la soggezione delle donne, che vogliono le mutilazioni genitali femminili perché anche se non sono un dogma religioso sono comunque una tradizione così antica e così bella (!!!)… Loro sono quelli che non vogliono che le ragazze vadano a scuola o all’università, che vogliono che le ragazze si vestano in un modo che non è quello che le ragazze desiderano, che vogliono controllare tutto, che vogliono che le donne non lavorino, non guidino l’auto e siano confinate nelle case, che vogliono limitare il loro accesso ad alcune carriere, che non vogliono che le retribuzioni siano uguali.
Ma “noi” siamo anche quelli si battono per i diritti degli omosessuali, intesi nella accezione più vasta LGBT (Lesbian, Gay, Bisexual, Transgender), noi siamo quelli che non vogliono che due ragazzi omosessuali vengano buttati giù da una torre solo perché hanno manifestato pubblicamente i propri sentimenti.Noi siamo quelli che non vogliono manifestazioni di bullismo da nessuna parte , ma meno che mai manifestazioni di bullismo omofobo.“Loro” sono quelli che credono che i comportamenti legati alla sfera affettiva e sentimentale e agli orientamenti sessuali possano essere sanzionati con pene che ledono la dignità umana e supplizi crudeli: 50 frustate, 100 frustate…, la decapitazione. Ecco, in poche parole, chi siamo noi e chi sono loro.
Perché questi valori di libertà diventino i valori di tutti, è necessario stabilire dei percorsi formativi, forse non particolarmente complessi, ma certo seri e accurati.